Storia dell'Accademia

Dal 1819
"Al più straordinario esponente
della scuola Romana,
che con nobile dedizione ha formato
generazioni di Maestri.
Al Maestro Sandro Meo"

Prefazione

Accademia Romana: due parole che suscitano un sentimento di assorto, riverente rispetto. Due parole che esprimono la quasi totalità della Storia del Movimento Scacchistico Romano degli ultimi due secoli ed una parte importante della Storia dello Scacchismo Italiano. Poiché un velo di polvere cominciava ad offuscarne l’immagine, era necessario ripristinare la cognizione di quello che l’Accademia Romana rappresenta per lo Scacchismo Italiano. Questo scritto non è che una semplice traccia fram­mentaria ed incompleta della Storia dell’Accademia, ma ho fiducia che gli uomini di cultura della nostra Accademia, appassionati bibliofili, sapranno produrre qualcosa di più completo in una successiva edizione della nostra Storia.

Arnaldo Monosilio

La fondazione dell'accademia romana e le sue sedi durante due secoli di vita.

Quando nel Nord Europa, nel ‘700, i Caffè divennero di moda, essi attrassero sia l’intellettualità che i giocatori di Scacchi. Il Caffè de la Règence, il Divan, il Tom’s Coffe Hause. Gli Scacchisti si aggregarono nei Caffè ed ivi fondarono i loro Clubs.

In Italia invece fiorirono le Accademie. Akademia fu una giardino sacro dell’antica Atene, dedicato all’eroe Akademo, ove Platone teneva scuola ai suoi allievi . (Devo queste notizie alla cortesia del Presidente Mazzotti.) Le Accademie erano formate da appassionati ad una Scienza, un’Arte o un gioco, che periodicamente si riunivano nelle residenze di un notabile.

Famose già nel ‘600 le Accademie Scacchistiche di Napoli e più tardi Modena, Reggio, Padova, Parma

Ma quando nel 1819 venne fondata l’Accdemia Romana essa era più simile ad un Club Nord Europeo che ad una Accademia Italiana.

La prima sede dell’Accademia fu il Caffè dei Pastini, ma i cronisti citano poche occasioni di attività nelle residenze private: nel 1865 il primo Torneo Ufficiale dell’Accademia nella residenza del Marchese Forcella, Nobile Mecenate.

Le riunioni indette dal Banchiere Giovanni Tonetti per rifondare su nuove basi l’Accademia nel 1878 e nel 1890.

Gli incontri nelle residenze dei Soci in occasione della visita dei Parlamentari Inglesi Wywill e Knight, fortissimi giocatori, oppure le partite del Dubois nelle residenze dei molti Mecenate. Insomma l’uso di giocare nei Caffè, tipico del Nord Europa, contagiò ben presto l’Italia e questo indusse negli scacchisti Italiani una pesante e negativa componente di nomadismo

Non si formarono infatti Clubs con sedi stabili, talora prestigiose, con Soci appartenenti ai Clubs da generazioni, di grande importanza sociale e di grandi tradizioni, in alcuni casi con una loro sacralità.

Pur tuttavia nell’Accademia Romana, nonostante l’assenza di una sede stabile, il grande prestigio sociale di molti Soci, il ruolo determinante dell’Accademia nella Storia dello Scacchismo Italiano, l’altissimo livello della sua attività e dei suoi giocatori, hanno consentito all’Accademia di conservare durante due Secoli la sua identità e questo nonostante che la narrazione degli Storici dello Scacchismo sia fortemente riduttiva e fuorviante.

L’Accademia viene quindi fondata nel 1819 nel Caffè dei Pastini, nel 1851 passa nel Caffè sul Corso, nel 1865 di nuovo ai Pastini. Nel 1871 fu nel Caffè di Santa Chiara detto della Stella d’Italia, nel 1878 fu nel Caffè della Minerva, nel 1881 nel Caffè del Campidoglio, quindi nel Caffè Conti in Piazza di Pietra e quindi nel Caffè Centrale in Piazza Rosa.

Nel 1890 fu nel Circolo Enofilo nel Palazzo Odescalchi al Corso e nel 1902 approda nel Circolo della Stampa in Piazza Colonna e qui, con la disponibilità di una Sede vasta e prestigiosa, inizia quel periodo di grande attività, sia Nazionale che Internazionale, che doveva definitivamente consacrare l’Accademia Romana come il più importante Club Scacchistico Italiano.

Iniziò quindi nel 1902 il sodalizio tra l’Accademia e l’Associazione della Stampa che durò quasi 50 anni, purtroppo nel 1939 un grave episodio privò l’Accademia della sua sede.

Erano in corso, nel grande salone del Circolo della Stampa, le partite del Campionato Italiano, quando entrò un Gerarca Fascista che a voce alta dichiarò essere gli Scacchi un gioco da femmine.

Dopo l’esaltazione dell’Italico genio in occasione della vittoria di Monticelli nel torneo di Budapest, i venti di guerra spinsero il Regime a contrastare gli Scacchi, servivano infatti giovani temprati alla fatica per la guerra imminente.

Il Conte Sacconi, Campione Italiano nel 35, personaggio di spicco dell’Accademia, abbandonò la scacchiera e schiaffeggiò il Gerarca.

L’OND privò l’Accademia della sua sede ed il Conte Sacconi venne interdetto da qualunque incarico o torneo in Italia. Fu un durissimo colpo.

L’Accademia dovette trasferirsi entro piccoli locali adatti appena alle partite dei Soci superstiti.

Fu così che l’Accademia venne fermata nella sua corsa anche perché con l’avvento della Repubblica essa doveva subire un altro durissimo colpo.

Casa Savoia e la Nobiltà Romana avevano generosamente sostenuto l’attività dell’Accademia e dell’U.S.I. Con la perdita di ogni potere la Nobiltà cessò il suo ruolo di Mecenate.

La nuova Aristocrazia, lo sterminato numero di Politici e di Alti Funzionari del Potere Repubblicano e Democratico dagli emolumenti siderali, non solo si guardò bene dall’assumere il ruolo di Mecenate ma portò il Paese alla bancarotta, indebitandolo anche per le generazioni a venire.

Per il cittadino che non ha privilegi il pagamento di una quota associativa annuale è problematico e questo ha frenato lo sviluppo dello Scacchismo in Italia.

Comunque alla fine della guerra l’Accademia , per interessamen­to del suo Presidente, il Generale Umberto Nobile, rientrò nella sua sede storica.


l match Saint-Amant-Stauton, Parigi 1843

Nel 1946 l’Accademia organizzò il Primo Torneo Magistrale e il Primo Congresso Nazionale del dopoguerra. In tale occasione S.A.R. il Luogotenente Lucifero scrisse in nome del Re Vittorio Emanuele III, all’Ammiraglio L. Bianchieri, Presidente del Comitato Organizzativo dei Tornei di Roma, per esprimere il Suo Voto “per il rifiorire dell’antico e nobile gioco degli Scacchi”. Fu proprio il Conte Sacconi a vincere il Magistrale di Roma, precedendo Nestler , Castaldi, Napolitano, Romi e Staldi. Negli anni 50 l’Accademia ha sede in Via S. Giovanni Decollato, è del 1959 la vittoria di Nestler al Campionato Italiano e la vit­toria dell’Accademia nel primo Campionato Italiano a Squadre, con Nestler, Giustolisi, G. Primavera, Sacconi e Tatai.

Nel 1960 l’Accademia trasferisce la sua Sede in Via dei Barbieri, presso il Dopolavoro Dipendenti Comunali. Passa quindi nel Caffè del Corso sotto Palazzo Odescalchi, poi nel Caffè Cyrano in piazza Lecce, E’ del 1973 la vittoria dell’Accademia nel Campionato Italiano a Squadre, con Mariotti, Zichichi, Giustolisi, R. Primavera, Fricher

Nel 1974 il Maestro Primavera porta l’Accademia in Viale Giulio Cesare ed è questo il primo tentativo di dare all’Accademia Ro­mana una sede stabile. Il seguito è storia dei nostri giorni, c’è il trasferimento in Via Paisiello presso il circolo del Bridge, quindi il trasferimento in una sede stabile, ma inadatta ai tornei, in Via Re Tancredi, per opera di Salvatore Nobile e di Sebastiano Aulino, quindi la nuova sede di Via Pulci.

Ora è necessario dare anche un accenno ai giocatori dell’Accademia nell’800 e nel ‘900. Nella prima metà dell’800 forti giocatori furono Topi, il Principe Valguarnera, l’Avv. Belli, che scrisse il primo regolamento dell’Accademia, Ciccolini, primo Presidente dell’Accademia, Luchini, Filiberti e Toni che si battè con i Parlamentari Inglesi Wywill e Knight. Ma di gran lunga il più forte fu Serafino Dubois cui Chessmetrics attribuisce 2642 Elo ponendolo per un breve periodo al vertice della classifica mondiale prima dell’avvento di P. Morphy. Dubois, che ebbe il sostegno di molti mecenate (il Marchese Forcella, il Principe Gaetani e Lord Vernon) fece lunghe permanenze in Francia ed in Inghilterra. Giocò con i grandi dell’epoca sia al Cafè de la Règence che al Divan di Londra, risultando quasi sempre vittorioso, nonostante egli fosse abituato alle regole italiane. Partecipò al Torneo di Londra del 1862, dove era in parità con Steinitz, ma tra i due vi fu un accordo ed il match andò a Steinitz. Serafino Dubois fu il più grande giocatore dell’800 ed i suoi trattati risvegliarono dal letargo il mondo scacchistico italiano.


Dubois-Burdern


Dubois-Mongredien

Verso la fine dell’800 l’Accademia ebbe molti forti giocatori, che vinsero i primi Tornei Nazionali, l’Ing. Seni, Giovanni Tonetti, Luigi Sprega, il Prof. Guglielmetti ed Augusto Ferrante. Molti furono trattatisti, problemisti, storici degli Scacchi come il Cav. Fantacci che inviò una copia del Bonus Socius a Staunton. Alcuni lasciarono un segno indelebile nella storia, come il Prof. Guglielmetti, distinto problemista e forte giocatore, che su incarico dell’Accademia fondò l’U.S.I. e portò a compimento l’adozione della notazione algebrica della partita. Successore di Guglielmetti fu il Conte Antonio Sacconi, figlio dell’Architetto del Vittoriale, che vinse il Campionato Italiano del 1935 ed ebbe una brillante carriera scacchistica arrivando al titolo di M.I..

Dopo la guerra, nel 1946 al Conte Antonio Sacconi, si aggiunsero negli anni successivi e fino agli anni 80 Maestri fortissimi, come Nestler, Giustolisi, R. e G. Primavera, Tatai, Zichichi, Meo, Mariotti, Passerotti, Sibilio, D’Amore. Mariotti Grande Maestro, gli altri M.I., M. Fide, campioni Italiani. Alcuni di essi si formarono in Accademia, altri ne fecero solo par­te, su alcuni Sandro Meo esercitò la Sua influenza di Maestro, D’Amore arrivò fanciullo nell’Accademia di Viale Giulio Cesare ed in breve non ebbe più avversari.

Molti di essi si dispersero, il Maestro Sandro Meo è invece rimasto fedele all’Accademia.

Ma ora una citazione a parte merita il problemista Marco Crucioli.

Già negli anni '70. Egli poneva i primi tasselli di quella che doveva divenire una importante opera problemistica. Uomo di cultura, vivace conversatore, interessato a tutti i settori della conoscenza, appassionato bibiofilo e collezionista di Scacchi. Egli è la memoria storica dello Scacchismo Romano. Appaiono evidenti le molte sue affinità con quell'Herry Tomas Buckle citato in questo trattato.

Il numero di Maestri e di Candidati formato dal Maestro Sandro Meo è pressoché incalcolabile, il segno che questo straordinario Maestro, nello spirito del più puro dilettantismo , ha impresso sull’Accademia Romana e nello Scacchismo Italiano sarà indelebile.

Nella Nuova Sede di Via Pulci l’Accademia è, dopo l’infinito peregrinare da un caffè all’altro, finalmente nelle stesse condizioni del Circolo della Stampa. Una bella e vasta Sede consente lo svolgimento di Tornei, Conferenze, simultanee ed attività didattiche, nonché di coltivare lo storico, prestigioso passato dell’Accademia, con l’intento di raggiungere di nuovo quei livelli di attività e di forza di gioco che fecero dell’Accademia Romana il più prestigioso Circolo Italiano.

Primi Tornei in Gran Bretagna ed in Italia

Fino al 1849 la competizione scacchistica avveniva esclusivamente tra due giocatori.

Famose le sfide tra Leonardo di Cutro e Paolo Boi e tra SaintAmant e Staunton nel 1843 a Parigi.

Il Primo Torneo della Storia dello Scacchismo avvenne a Londra nel 1849 organizzato presso il Caffè Divan. Vinse Henry Thomas Buckle, già vincitore 6-1 su Slaunton nel 1843 e su Saint Amant nel 1848. Buckle fu il tipico gentiluomo inglese dell’800, coltissimo, affascinante conversatore, la sua sete di conoscenza lo spingeva a continui viaggi in Europa e nel Medio Oriente. La sua opera “History of Civilization in England” è una pietra miliare della Letteratura Britannica.

Il Primo Torneo in Italia avvenne nel 1863, organizzato dall’Accademia Romana, e fu vinto dal banchiere G. Tonetti. Giovanni Tonetti, al cui nome è intestata la biblioteca della Federazione Italiana, fu Presidente dell’Accademia. Nel 1878 e nel 1890 egli ricostituì l’Accademia che attraversava periodi di stasi.

Nel Corso di due Secoli, in occasione di guerre e rivoluzioni, l’Accademia più volte si disgregò ed i Soci si dispersero ma sempre, passata la tempesta, i Soci superstiti e le nuove leve si riaggregavano nei caffè e l’Accademia Romana riprendeva la sua attività che fino al dopoguerra ed alla Presidenza Zichichi fu sempre trainante dello Scacchismo Italiano. Dopo il Primo Torneo del Divan, la pratica dei Tornei si diffuse in tutto il Mondo ed è tuttora la massima espressione della competizione scacchistica.

Il primo Torneo Nazionale Italiano

Nel 1875 l’Accademia Romana promosse ed organizzò il Primo Torneo Nazionale della Storia dello Scacchismo Italiano vinto dall’Ing. Seni dell’Accademia. Appare nell’immagine Serafi­no Dubois in piedi dietro G. Tonetti, Presidente dell’Accademia, seduto alla sn. del Principe Gaetani di Teano (tavolo centrale).

S. Dubois, Socio dell’Accademia, fu il più forte giocatore Italiano dell’800, il Prof. Elo lo valuta 2550 Elo, Chessmetrics lo pone per 30 mesi all’apice della classifica mondiale con 2642 Elo. Il suo trattato “Les Principalers auverturis…” risvegliò lo Scacchismo Italiano in letargo da mezzo Secolo. Pubblicò la prima rivista Scacchistica Italiana e numerosi trattati, fu strenuo ed isolato difensore delle regole del gioco Italiano contro il mondo Scacchistico Franco Inglese, le cui regole divennero internazionali.

La Prima Associazione Scacchistica Nazionale

Con l’Unità d’Italia sorse l’esigenza di un organismo che governasse lo Scacchismo Italiano. Gianfrancesco Gamurrini di Arezzo, storico ed archeologo, amico del Dubois, nel 1874 propose una Società tra gli Scacchisti e chiese la collaborazione di G. Tonetti dell’Accademia. Nel congresso di Livorno 1878 fu deliberato che l’Accademia Romana avrebbe costituito una società Scacchistica Italiana. Nel 1884 la Società Scacchistica Milanese propose una federazione ed il Rag. Crespi girò l’Italia per promuoverla. Nel 1898 l’Accademia Romana ottenuta l’adesione di Catania, Genova, Livorno, Napoli, Palermo, Torino, la Spezia e Treviso, ruppe ogni indugio e costituì l’Unione Scacchistica Italiana.

Il Rag. Crespi, contrariato, rifiutò l’adesione di Milano. L’Accademia Romana aveva conferito l’incarico di costituire l’U.S.I. al Prof. Augusto Guglielmetti, plurivincitore dei Tornei dell’Accademia, secondo poi nel Torneo Nazionale del 1900, dirigente dinamico ed infaticabile. Rifondò La Rivista Scacchistica Italiana del Dubois e promosse l’adozione della notazione algebrica e l’uso dell’orologio. Presidente dell’U.S.I. fu il Barone Sonnino dell’Accademia Romana, Segretario Guglielmetti e Presidente Onorario Vittorio Emanuele III° di Savoia.


Vittorio Emanuele III di Savoia, Presidente Onorario dell’Unione Scacchistica Italiana e grande Mecenate dello Scacchismo Italiano, nel 1895

L’U.S.I. organizzò 6 Tornei Nazionali dal 1900 al 1911 e promosse una intensa attività Scacchistica. Dopo il 1911 il testimonio dello Scacchismo passò al Nord dove la grande capacità di intraprendere produsse grandi manifestazioni nazionali e internazionali e portò alla formazione di fortissimi giocatori. Rosselli Del Turco, Monticelli, Castaldi, Paoli. Ma negli anni 60 l’Accademia Romana, espresse un gruppo di fortissimi Maestri, Giustolisi, Tatai, Primavera, Nestler, Zichichi, Meo, Mariotti.

Essi formarono la “Scuola Romana” che dominò per molti anni la scena Scacchistica Nazionale. I componenti della Scuola Ro­mana si sono dispersi, ma il Maestro Sandro Meo è rimasto fedele all’Accademia dove ha formato generazioni di Maestri e dove tuttora rappresenta il Vertice Magistrale.